Nessuno conosce il futuro e le previsioni sono sempre molto complicate da fare, se non impossibili (a meno che tu non ti chiami Fox o Branko…). Voglio comunque fare un tentativo, provare ad immaginare (o magari sognare) come potrà essere il nostro domani.

La pandemia da Covid-19 (meglio conosciuto come Corona virus) ha colpito tutti a livello psicologico ma ogni individuo reagisce a suo modo. Le nostre vite sono tutte diverse e ognuno di noi si pone domande specifiche a cui risponde in modo molto personale, in base al proprio vissuto e al proprio modo di essere.

Per quanto mi riguarda, questo lock down che stiamo vivendo, mi permette ogni giorno di scoprire la forza o la debolezza di donne e uomini, professionisti, imprenditori.

Vi sono aziende che sono state in grado di trarre vantaggi da questa situazione, altre che sono state annientate da un evento così repentino e traumatico.

C’è chi ha reagito bloccando ogni euro in uscita dall’oggi al domani creando un effetto domino con ripercussioni sociali molto rilevanti e c’è chi si è assunto la necessaria responsabilità nei confronti dei propri dipendenti, collaboratori e fornitori pur non avendo più una visione limpida della propria rotta.
Covid-19: come potrebbe cambiare la comunicazione in futuro?
Giusto, la rotta… e noi che facciamo comunicazione e advertising che rotta dobbiamo tenere? Qual’è la nostra direzione? Che sta succedendo al nostro comparto?

Da un’indagine DOXA il 45% delle aziende taglierà le attività di marketing e comunicazione, il 49% ridurrà gli investimenti in pubblicità, il 33% rimanderà il lancio di nuovi prodotti. Ad esserne maggiormente colpiti sono sicuramente gli eventi e l’Out of Home, ma anche stampa e TV.
Cos’è che sta determinando e determinerà gli investimenti futuri?
Certamente l’ambito in cui si opera (prodotti o servizi erogati) e la risposta psicologica all’evento.

Le reazioni da parte delle imprese sono, come per ciascuno di noi, molto differenti. Ci sono aziende che stanno vivendo questo momento in modo traumatico, bloccando tutte le attività di marketing e comunicazione per paura di esporsi, pensando di salvare il salvabile.

Alcuni imprenditori scelgono una linea di condotta più cauta, mettendo in atto una serie di strategie volte a ripensare il lavoro svolto fin qui. Approfittano del momento di stasi per portare avanti tutte quelle attività spesso rimandate per mancanza di tempo:

  • aggiornamento del sito e dei social
  • analisi sui clienti
  • creazione di contenuti utili per il post-crisi
  • progettazione di un e-commerce
  • programmazione di quel rinnovamento della corporate identity ogni volta rimandato.
Altre aziende, quelle che non hanno subito un grave danno da questa crisi (ad esempio i produttori di disinfettanti, detergenti, servizi di intrattenimento on-line, servizi di disinfezione, ecc…) hanno aumentato i loro investimenti in comunicazione su tutti i canali, spesso promuovendo messaggi di incoraggiamento o iniziative solidali.

Infine ci sono quelle aziende abituate all’innovazione, dotate di una grande adattabilità e inclini alla sperimentazione, che stanno cogliendo l’occasione per individuare e provare nuovi canali di comunicazione e nuove strategie di marketing.

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Su quali aspetti dovrà puntare il nostro settore?
Questo è l’oggi, il momento, ma in realtà dov’è che stiamo andando? Quello che sta accadendo cambierà realmente le cose o è solo uno stop momentaneo che a noi sembra eterno ma che alla fine ricorderemo solo come un brutto momento? La pandemia ci ha donato due semplici ma importanti insegnamenti di cui far tesoro.
1. L’unione fa la forza
Gli obiettivi di domani li potremo raggiungere solamente cercando un’unità di intenti tale da renderli realizzabili. Nessuno si salva da solo ed è una verità che riguarda anche noi professionisti e consulenti marketing che lavoriamo ogni giorno al fianco delle aziende. Dobbiamo guardare al futuro facendo tesoro di quello che stiamo imparando contro la nostra volontà, cambiando l’ordine delle priorità, dando importanza a ciò che realmente lo merita, cancellando il superfluo.
2. La natura è più forte dell’uomo
Il pianeta che ci ospita ha dimostrato, in pochissimo tempo, di non avere bisogno di noi, di poter andare avanti senza curarsi delle nostre false esigenze, delle nostre pretese, di potersi rigenerare fermandoci in un’attesa infinita. Perché è la natura che alla fine decide. Allora dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti, cercare di arginare questo senso di angoscia che ci attanaglia e ricominciare a progettare il futuro, lavorando perché domani non sia come ieri, perché abbiamo il dovere e la necessità di riavvicinarci alla nostra vera essenza, quella che abbiamo dimenticato.
Il futuro della comunicazione apparterrà a chi fa dell’etica la sua etichetta
È nostro dovere di comunicatori essere al fianco delle aziende e portare alla loro attenzione le impellenti e urgenti necessità che le donne e gli uomini di oggi si aspettano.

Non è il momento di restare in silenzio ma è il momento di cambiare, è il momento di decidere di consegnare alle future generazioni un mondo migliore, più attento e meno ingordo. Produrre meno rumore e provare a cambiare il modo di pensare, di fare impresa.
Portare alla ribalta i reali valori di ogni singola azienda e di ogni singola marca. Raccontare le promesse che dovranno essere mantenute.

La comunicazione dovrà lavorare sempre di più affinché il comportamento etico di un’azienda acquisti valore, un’etica tangibile nella realizzazione di un prodotto o nell’erogazione di un servizio.

Assumiamoci un compito, quello di trovare insieme alle aziende la strada per un nuovo modo di comunicare, partendo da ora, partendo da questo momento perché non c’è modo di tornare indietro, possiamo solo andare avanti immaginando un mondo migliore.