Durante il mio ultimo esame di graphic design chiesi al professore cosa fare per migliorare le mie capacità, perché l’apprendimento non finisce con l’università ma deve proseguire oltre. Ricordo ancora la sua risposta: “Compra i libri che parlano dei famosi designer, sfogliali, guarda i loro lavori e impara”. Da quel giorno la mia libreria sta crescendo, piano piano, e io rimango affascinata dalle immagini che mi permettono di entrare sempre in un mondo nuovo. Ogni volta, quando giro la copertina, comincio una nuova avventura e sfoglio le pagine, ascoltando incuriosita i fantastici racconti…

Il primo incontro è con Alan Fletcher, un celebre graphic designer inglese che ha rubato il mio cuore con il suo modo di lavorare, anzi: di “giocare”, con oggetti e con i disegni secondo regole proprie. Sfogliando il libro Beware wet paint”, che raccoglie più di 200 disegni divisi secondo diversi aspetti che seguono il pensiero, la personalità e l’approccio singolare di questo designer, comincio a giocare insieme con lui:

You often have to read between the lines when you get a brief”


Per poterlo fare, però, abbiamo bisogno di un’idea giusta che esprima l’argomento della comunicazione in modo efficace. Per fare ciò il famoso designer utilizza oggetti semplici e comuni, perché spesso le soluzioni migliori sono quelle che abbiamo davanti a noi. In questo modo anche la lettura del messaggio sarà mirata e più semplice da comprendere.


Così era nel caso del poster che il governo polacco ha richiesto a Fletcher nel 1989, per celebrare il 50esimo anniversario dell’invasione di Hitler. Dopo tante ricerche, Alan Fletcher scrive le due date su un foglio di carta e in un attimo si rende conto che la soluzione era sempre stata lì, sotto il suo naso: il poster, composto solamente da numeri e due frasi, rende in modo efficace il concetto del lavoro commissionato ed è incredibile quanto sia semplice ma nello stesso tempo espressiva l’idea che anima il lavoro.

Non era necessaria nessuna immagine, perché le date scritte in quel modo sono diventate l’immagine più rappresentativa del fatto che dovevano descrivere. Aggiungendo i punti negli appositi spazi, Fletcher ha tatuato questa data nella nostra mente per non dimenticare quell’orribile giorno della storia umana, ma senza aver bisogno di utilizzare immagini della guerra.
LETTERE
E il lato più sorprendente del suo lavoro è proprio questo: per esprimere un concetto possono bastare lettere o numeri. Per Fletcher le lettere sono un elemento molto importante, e spesso diventano le protagoniste principali dei suoi lavori sia sotto forma di scritta a mano che come caratteri tipografici.

La lettera scritta a mano ci propone un messaggio visivo che diventa allo stesso tempo una lettera, una forma e un nome: il designer riesce a incantarci con lettere che costituiscono contemporaneamente messaggio e immagine.
Al primo impatto vi chiederete perché Fletcher ha deciso di pubblicare una scritta che si è macchiata tutta. La poteva rifare, giusto?! Ma poi vi metterete a leggere e capirete in un attimo che quelle sbavature sono l’idea stessa che esprime e rende visibile il suo messaggio.

E poi non vi viene l’istinto di correre per impedire che le lettere della parola “AMORE” cadano e si frantumino?? Ma non ce n’è bisogno, perché hanno tutte una solida base che gli dà uno stabile appoggio: “L’amore è equilibrio”. E potrebbe sembrare che sul concetto di “amore”, forse il più discusso nei nostri tempi, non si possa dire niente di nuovo, perché abbiamo tutti sentito milioni di volte che ci vuole equilibrio per far funzionare una storia d’amore! Però, fino ad ora, non l’abbiamo mai visto. E proprio lì è nascosto il fascino della rappresentazione visiva di Fletcher: nello stesso tempo è semplice perché conosciamo già questo concetto, ma è anche non-semplice perché per la prima volta qualcuno lo rende visivo utilizzando una manciata di parole.
CARATTERE TIPOGRAFICO
Per quanto riguarda il carattere tipografico, invece, per Alan Fletcher questo era una fonte infinita di materia prima ancora grezza ma piena di potenziale, una sorgente che il designer stesso deve saper elaborare per trovare una forma e un significato.
E proprio questo accade nei diversi lavori di Fletcher in cui la lettera, oltre ad essere un semplice segno grafico, diventa per esempio un automobile che ci guida per le strade da cento anni. Giocando con soli tre caratteri tipografici il designer riesce a disegnare una macchina perfetta per celebrare un giorno così importante per la tecnologia e lo sviluppo: spostando semplicemente il numero “1” ha aperto la nostra mente e ci ha fatto credere di trovarsi a bordo dell’auto, dove le due “0” ci fanno girare per le vie della città.
Molto spesso Alan Fletcher gioca con la tipografia creando ideogrammi.

Si tratta di rappresentazioni grafiche nelle quali il designer raggruppa le informazioni del messaggio e, allo stesso tempo, crea un’immagine. L’idea principale di questo lavoro era quella di promuovere la conferenza dell’architetto Mario Bellini, del quale il nostro designer dipinge il ritratto utilizzando le principali informazioni che raccontano la sua storia e la conferenza stessa. Ma non finisce lì, perché questo lavoro era così geniale che poteva essere sfruttato sia come poster che come volantino e biglietto della mostra.
COLORE
E poi c’è il colore, un altro elemento che assume una parte molto importante nei lavori di Alan Fletcher. Non è una semplice decorazione, ma diventa un protagonista creativo che ci aiuta a risolvere la questione di come trasmettere le emozioni e dare avvio a una percezione che non sia soltanto visiva.


Personalmente, penso che il successo più grande della comunicazione avvenga quando riusciamo a far reagire con più sensi possibili i nostri interlocutori. Sfogliando lavori di Alan Fletcher si percepiscono diverse sensazioni capaci di coinvolgerci attraverso i colori e semplici elementi grafici disegnati a mano – e vedrete quanto può essere incredibile il risultato finale.

Guardate questo invito in cui il designer, unendo tre forme basilari con tre colori (seguendo la teoria di Vassily Kandinsky secondo la quale a ogni forma corrisponde un colore) e posizionando la combinazione ottenuta contro un insignificante sfondo grigio, è riuscito a ricreare sulla carta una vivace scena di festa. Anche dopo tanti anni, il biglietto ci rende partecipi a quel ricevimento e ci fa divertire incantandoci con palloncini e aquiloni colorati…

Avete progetti per stasera? Altrimenti ci vediamo sulla spiaggia per ammirare un bellissimo tramonto e bere un cocktail… Guardando il poster sopra, non vi sembra di essere lì e di sentire il rumore del mare? Con una semplice linea Fletcher ha diviso un cerchio in due parti per creare due oggetti: il sole che tramonta e la coppa del bicchiere che diventa tale aggiungendo semplicemente due linee. E poi ha colorato il suo disegno con arancione per indicarci il tramonto, giallo per imitare un cocktail alla frutta e blu per farci sentire le onde. È incredibile come due semplici forme e tre colori possano risvegliare tutti i nostri sensi in modo da farci quasi sentire il gusto del cocktail. Secondo voi è una piña colada?

COLLAGE
È affascinante come tutto ciò viene ottenuto utilizzando elementi semplici: le idee vengono lette tra le righe e poi sviluppate disegnando a mano sulla carta. E poi, basta being in the right place at the right time” e saper disegnare la forma giusta. Perché questi disegni possono sembrare semplici, ma dietro c’è sempre una grande idea che li rende unici.
Possiamo ritrovare questa capacità di sfruttare gli elementi semplici e comuni anche nei collage di Alan Fletcher. Il designer aveva l’abitudine di raccogliere biglietti, francobolli, vecchie fotografie ed etichette, insomma: oggetti della vita quotidiana, che poi, una volta sistemati sulla carta, non sembravano più semplici etichette della lattina di pomodori passati. Questi oggetti rinascevano per esempio come animali dell’oroscopo cinese, e ci guardano tuttora orgogliosi della propria nuova immagine.

Perché per Fletcher anche gli oggetti comuni trovati per strada avevano un enorme potenziale.  L’artista li rimetteva in gioco e li sistemava in un nuovo contesto, e tutto ciò era sufficiente per regalargli una nuova vita. Questi semplici francobolli, che casualmente sono stati marcati da una affrancatura circolare, erano una risposta per Fletcher al quesito di cosa regalare al suo amico Fergus Henderson per il matrimonio. Henderson era solito indossare grandi occhiali rotondi e l’unico elemento mancante era il suo ampio sorriso, che Fletcher ha aggiunto disegnando una semplice linea. In questo modo il grafico ha ottenuto il “ritratto” dell’amico, trasformandolo nel regalo ideale per il suo matrimonio.
Questi sono solamente alcuni esempi dell’infinito mondo di Alan Fletcher. Aprendo il libro “Beware wet paint” entrerete in una realtà meravigliosa che vi offrirà con ogni disegno una colorata avventura e un’esperienza indimenticabile. L’incredibile capacità di Alan Fletcher di cogliere l’essenza delle cose e di saperle riutilizzare e ridisegnare con un sottile messaggio sublime, vi affascinerà e conquisterà.

Perché

I don’t know where I’m going but I’m on my way”


E vi assicuro che durante il viaggio con “Beware wet paint” sentirete il vento che accarezza il vostro viso, vedrete la pioggia che batte sulle finestre e sentirete il fruscio delle foglie colorate camminando nel bosco d’autunno.
E adesso è il nostro turno, che per me inizia con un collage che disegna il volto di questo grande designer utilizzando pezzi dei suoi lavori:
*Tutte le immagini:
Beware wet paint, Phaidon Press, 2004. (Designs by Alan Fletcher, Commentary by Jeremy Myerson)
Alan Fletcher, The art of looking sideways, Phaidon Press, 2001.